DIPENDENZA AFFETTIVA, OVVERO?


Un'ossessione che ci avvolge, ci paralizza e ci fa soffrire.

Una mancanza così forte che genera dei veri e propri sintomi come se si trattasse dell'astinenza da una droga. Parliamo della dipendenza affettiva, un fenomeno venuto a conoscenza del grande pubblico solo negli ultimi decenni, ma che è in realtà connaturato alla storia del'uomo, o meglio sarebbe dire della donna, visto che si tratta di un disturbo che colpisce in grande prevalenza il gentil sesso (90%). 


E ' stata Robin Nordwood coil suo bestseller "Donne che amano troppo", a metà degli anni 80', a portare alla ribalta il fenomeno del love-addiction, oggi ampiamento trattato dalla comunità scientififca. 
Ciò che prima veniva identificato come un generico e allarmante maldamore è stato da lei scandagliato nelle sue dinamiche più perverse ed autolesive. 

Ecco in sintesi come la stessa autrice spiega la patogenesi di questo fenomeno:

 "Quando in famiglia i genitori litigano o hanno altre preoccupazioni gravi, non hanno tempo per badare ai bambini che restano affamati d'amore, ma incapaci di credere all'amore e di accettarlo non sentendosene degni. 
Le famiglie disturbate hanno tutte lo stesso effetto sui figli: li rendono bambini sminuiti nella capacità di comprendere i sentimenti propri e altrui e di mettersi in relazione con gli altri. Quando sentono la mancanza d'amore e d'attenzione che desiderano e di cui hanno bisogno, i maschi diventano collerici con comportamento distruttivo e attaccabrighe; le femmine si prendono cura di qualcuno o qualcosa che è in situazione di bisogno: alleviando la sua sofferenza, cercano di lenire la propria. Sono attratte da chi fa loro rivivere il tormento sopportato con i genitori, quando cercavano di essere così brave, amabili, soccorrevoli e brillanti da riuscire a conquistare l'amore, l'attenzione e l'approvazione di chi non poteva dare loro il necessario a causa dei propri problemi e delle proprie preoccupazioni personali." 

Lo stesso concetto è stato ribadito più recentemente da Miller in "Donne che si fanno male": "[...] il motivo per cui esiste una grande differenza nella tendenza della dipendenza affettiva a manifestarsi più nelle donne che negli uomini è l’esistenza di un diverso funzionamento psichico tra i due sessi e, in particolare, la presenza di una tendenza degli uomini a reagire diversamente ai traumi subiti rispetto alle donne. Più precisamente, tra gli uomini è più comune la tendenza ad allontanare dalla mente il dolore delle violenze, carenze o prevaricazioni subite attraverso meccanismi di identificazione con l’attore di queste mancanze o aggressioni, un funzionamento che comporta l’assunzione del ruolo precedentemente subito o la manifestazione del bisogno di una “dipendenza”, che non è stata sperimentata positivamente nelle relazioni affettive, attraverso l’abuso di sostanze. 
Nelle donne, invece, si tende generalmente a rivivere ciò che si è subito, riproducendo le carenze o le violenze, nel tentativo illusorio di controllarle e di riscattarsi dal passato”.


                                                                             Michaela Sbarra



Commenti

Post popolari in questo blog

DIPENDENZA AFFETTIVA ED EVITANTI

IL NARCISISTA E LA TRAPPPOLA DEL FUTURE FAKING

𝐏𝐄𝐑𝐂𝐇𝐄’ 𝐐𝐔𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐓𝐑𝐀 𝐃𝐈𝐏𝐄𝐍𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄 𝐄𝐃 𝐄𝐕𝐈𝐓𝐀𝐍𝐓𝐄 𝐄’ 𝐔𝐍𝐀 𝐃𝐀𝐍𝐙𝐀 𝐀 𝐃𝐔𝐄