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Visualizzazione dei post da 2013

ATTACCAMENTO: OVVERO?

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Si sente spesso parlare di attaccamento , dando per scontato che anche i non addetti ai lavori ne conoscano il significato.  Ma di cosa si tratta precisamente?  Cercherò di spiegarlo in modo dettagliato.  L’attaccamento è un sistema di adattamento evolutivo della specie umana.   Nella preistoria i cuccioli di uomo, in un ambiente totalmente ostile, dovevano essere in grado di richiamare l’attenzione dell’adulto che si prendeva cura di loro, la madre , attraverso una serie di richiami (poi indicati con l'espressione "protesta per la separazione").  Nel corso dell'evoluzione i bambini biologicamente predisposti a stare vicino alle loro madri, avevano meno probabilità di essere uccisi dai predatori.  Per questo possiamo dire che il comportamento dell'attaccamento ha avuto una funzione filogenetica : senza protezione dai predatori, infatti, il nutrimento e l’apprendimento erano inutili, il cucciolo non sopravviveva. Da questo punto di vista, il

RIPARTE IL NOSTRO PERCORSO INSIEME!

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Continua il nostro percorso insieme, passo dopo passo, verso l'amore SANO! Vi aspettiamo questa sera alle ore 20.30 per il 1° appuntamento con il gruppo  Gada Autoaiuto  dopo le vacanze estive!  — con  Anca M. Ardelean  e  Michaela Sbarra .

SLIDE DEL SEMINARIO ASPIC

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Ecco il link per la presentazione prezi argomentata nel corso del seminario Aspic: http://prezi.com/aot8zsdzrkjr/?utm_campaign=share&utm_medium=copy Questo contributo, creato in occasione dell'incontro formativo, è consultabile in realtà da chiunque desideri sapere qualcosa di più sulla dipendenza affettiva o su cosa succede in un gruppo di autoaiuto.

GRUPPO G.A.D.A.: QUESTA SETTIMANA, ECCEZIONALMENTE, DI GIOVEDI'!

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Vi ricordiamo che, eccezionalmente per questa settimana, l'appuntamento con G.A.D.A è di giovedì, invece che di mercoledì. Ci vediamo quindi il 20, alle ore 20.30 !

SUL FENOMENO "MONTAGNE RUSSE"

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Le montagne russe: argomento ricorrente nel gruppo G.A.D.A.  Spesso, infatti, durante gli incontri, emerge la tematica delle forti e travolgenti emozioni che si provano con un partner “inadeguato” (sfuggente, evitante, narcisista, o dipendente a sua volta da alcol/droga, ecc...). Perché - ci chiedono i partecipanti - quando incontro poi un tipo “normale” non mi sento così su di giri ? Perché con lui mi annoio ? Per rispondere a tale quesito vi riporto un passo di Dimmi come ami e ti dirò chi sei* che spiega mirabilmente il processo a cui è soggetto il dipendente affettivo: “[...] Già nelle prime fasi della relazione, dunque, cominciate a ricevere segnali contrastanti : lui (o lei) chiama, ma quando ne ha voglia; mostra interesse per voi, ma vi fa capire che si sta ancora guardando intorno. Insomma, vi tiene sulle spine.  Ogni volta che vi arrivano questi messaggi contraddittori, il vostro sistema di attaccamento si mette in moto e cominciate ad essere in ansia p

LA CHIMICA DELL'INNAMORAMENTO

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"Ognuno di noi quando s’innamora dice di provare delle sensazioni: c’è chi alla vista dell’amato “sente le farfalle nello stomaco”, chi riferisce di “avere la testa fra le nuvole”,e chi, già di primo mattino, quando ancora tutti dormono in piedi, è esaltato “all’ennesima potenza”.  Pare proprio che  quest’euforia da innamoramento sia legata alla mediazione di “sostanze stimolanti” quali dopamina, norandrenalina ed in particolar modo dalla feniletilamina (PEA)  che, a differenza delle precedenti, è un ormone appartenente alla classe delle anfetamine.   La mancanza di appetito e l’iperattività dell’innamorato/a pare dipendano dagli alti livelli di PEA . A tal proposito Liebowitz (1983) condusse una ricerca sui cosiddetti “malati d’amore”, persone che hanno come unico obiettivo quello di avere una relazione, incappando il più delle volte nella scelta di persone non adatte a loro . Sottopose il campione ad un trattamento con farmaci IMAO (Inibitori delle Mono Am

QUANDO IL LEGAME E' A FILO DOPPIO: OVVERO LA CODIPENDENZA

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“Una particolare forma di “dipendenza affettiva ” è quella che è stata definita “co-dipendenza” e che è stata inizialmente osservata nei contesti relazionali legati alla vita di coppia di alcolisti o tossicodipendenti. Tale problematica coincide con una condizione multidimensionale che comprende varie forme di sofferenza o annullamento di sé, associati alla focalizzazione delle proprie attenzioni ed energie sui bisogni e comportamenti di un partner dipendente da sostanze o da attività. Il motivo per cui questa forma di dipendenza affettiva è stata inizialmente osservata, paradossalmente non riguardava il benessere di chi ne fosse affetto, bensì l’osservazione della capacità che la co-dipendenza ha di mantenere nello stato patologico quello che viene definito il “paziente designato”, ossia colui che sembra, ma non è, l’unico paziente bisognoso di aiuto in quanto affetto da tossicodipendenza, alcolismo o da altre forme di dipendenza (Norwood R.; 1985). La  co-dipendenza

DIPENDENZA AFFETTIVA VS "EFFETTO LUNA DI MIELE"

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"[...] La persona che soffre di dipendenza affettiva vive costantemente nell’ansia di poter perdere la persona amata, ha bisogno di continue rassicurazioni da parte del partner e può sviluppare con il tempo anche un fenomeno di vera e propria “astinenza affettiva” nel momento in cui il partner è assente. Si tratta di una condizione relazionale negativa caratterizzata da una mancanza cronica di reciprocità nella vita di affettiva e di coppia. Per comprendere i meccanismi che stanno alla base di tale fenomeno è di notevole importanza la teoria dell’attaccamento . Diversi studi in letteratura sembrano infatti dimostrare come gli individui con attaccamento insicuro (spesso insicuro-ambivalente) siano più vulnerabili e suscettibili a questa forma di dipendenza. L’adulto con un attaccamento insicuro non è in grado di attivare, in situazioni particolari e stressanti, adeguati meccanismi di regolazione interna e tende ad avvalersi di ausili esterni per gestire le difficoltà (e

DIPENDENZA AFFETTIVA E ABBANDONO

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"Gravi e lunghe separazioni affettive subite nell’infanzia lasciano grosse cicatrici nell’anima. Lo studioso che, maggiormente, ha sostenuto questa teoria è John Bowlby. Secondo Bowlby il neonato sviluppa, nei confronti della madre un attaccamento che ha la stessa funzione biologica dell’autoconservazione. E’ un comportamento necessario alla sopravvivenza. Lo stesso comportamento si manifesta nei cuccioli che si comportano in modo tale da stare vicino alla madre. Attaccarsi ed affidarsi è un modo per sfuggire al pericolo. Qualsiasi esso sia. E’ una strategia per esorcizzare la paura. Qualsiasi paura.  Accompagnarci a qualcuno è un meccanismo che mettiamo in atto anche da adulti per affrontare, protetti, tutte le situazioni che temiamo. Chi da bambino ha vissuto bene e pienamente il periodo di attaccamento, è da adulto maggiormente in grado di affrontare la separazione. Tutte le separazioni. Il passaggio dall’attaccamento alla separazione avviene, gradualmente, at

UN LIBRO DA NON PERDERE!!!

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Un libro divulgativo, pensato per un vasto pubblico, davvero ricco di informazioni utili , basate peraltro su validi presupposti scientifici . In una parola: ILLUMINANTE ! Lo suggeriamo a tutti! A chi è in coppia e a chi no lo è: per comprendere meglio i propri bisogni e i meccanismi di interazione ricorrenti quando si ha a che fare con il proprio partner . Dalla quarta di copertina: "Legarsi sentimentalmente a qualcuno è un bisogno del tutto naturale, ma non sempre i legami in cui siamo coinvolti sono equilibrati e sereni. Esiste una spiegazione scientifica che dimostri perché alcuni riescono a vivere felicemente la propria relazione, mentre altri si trovano regolarmente invischiati in rapporti tormentati e burrascosi? Secondo gli autori di questo libro, Amir Levine e Rachel Heller, una spiegazione c'è: partendo dalla loro esperienza sul campo come psicoterapeuti e rifacendosi alla teoria dell'attaccamento elaborata nella psicologia, hanno individuato tr

INFINITAMENTE DONNE

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DIPENDENZA AFFETTIVA ED EVITANTI

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"Quando si parla di amore malato e relazioni malate , ci sono due tipi di persone: quelli che amano troppo (I Dipendenti Affettivi) e quelli che amano troppo poco (Gli Evitanti). Se oscillate tra i due tipi siete dei Dipendenti Affettivi Ambivalenti. Dipendenti Affettivi I Dipendenti Affettivi sono ossessionati da una persona e non riescono a lasciarla anche se il loro Poa (Person of Addiction) è non disponibile o tossico per loro. Con ciò intendo che il Poa :   • Abbia paura di impegnarsi; • Non sappia comunicare; • Sia non amorevole/distante; • Sia abusivo, eserciti il controllo e sia dittatoriale (narcisista) • Sia dipendente da qualcosa al di fuori della relazione (hobbies, droghe, alcol, sesso, un’altra persona, il gioco, lo shopping, etc)…. I Dipendenti Affettivi che rimangono in ossessione per anni sono chiamati   Torchbearers   (Portatori di Fiamma). Un tempo questo si chiamava “amore non corrisposto”. Questo tipo di Dipendenza Affettiva, più di ogni