DIPENDENZA AFFETTIVA
"Se un individuo è capace di amare positivamente, ama anche se stesso; se può amare solo gli altri non può amare affatto".
Erich Fromm
Erich Fromm
Si parla di dipendenza affettiva quando il “rapporto d’amore” è vissuto come condizione stessa della propria esistenza.
Le persone che ne sono affette vedono nell’altro la fonte di ogni benessere e, pur di non rischiare di perdere l’oggetto amato, sono disposte a sacrificare qualsiasi bisogno o desiderio personale fino al punto di annullare il proprio Sé.
Queste persone passano la loro vita a mendicare l’“affetto” dell’altro; lo idealizzano per sopprimere i sentimenti di inadeguatezza, vuoto, ansia, impotenza, scarsa autostima, non amabilità, che si trovano a fronteggiare.
L’importanza attribuita all’oggetto d’amore spinge il dipendente affettivo a preservare il rapporto "sentimentale" ad ogni costo, fino ad assumere un atteggiamento di assoluta “dedizione”, adoperandosi affinché i bisogni e i desideri dell’altro vengano soddisfatti.
Questo atteggiamento è spiegato dal fatto che nella dipendenza affettiva la persona vive costantemente nel terrore di poter perdere la persona amata, evento considerato insopportabile.
Si definisce appunto di “dipendenza” affettiva per sottolineare il fatto che, proprio come per le dipendenze da sostanze (ad es., droga, alcol, tabacco), il soggetto non può rinunciare, (pena “la crisi d’astinenza”) all’oggetto amato, ma anzi, con il passare del tempo, richiede “dosi” di presenza o vicinanza sempre maggiori.
ORIGINI DELLA DIPENDENZA AFFETTIVA
La Dipendenza d’Amore trova le radici nell’infanzia di queste persone, i cui bisogni d’amore, affetto ed accudimento sono stati frustrati.
Nella relazione con le figure significative infatti il bambino impara, attraverso le cure e la sensibilità dell’altro, che egli “è una persona degna d’amore”: è questo sentimento, a nutrire il suo amor proprio e la sua fiducia verso se stessi e gli altri.
I soggetti che sviluppano la Dipendenza Affettiva non hanno introiettato questo sentimento ma, al contrario, si sono convinte (talvolta incosciamente) “che i loro bisogni non contano” o che “ non sono degne di essere amate”.
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