DAL LEGAME GENITORIALE AL LEGAME DI COPPIA




Come previsto dalla teoria dell’attaccamento, ampliata da Weiss (1982) e dalla Ainsworth (1989), 

i genitori possono eventualmente essere sostituiti da altri individui nel ruolo di figure primarie 

d’attaccamento. 
  

Sembra opportuno, comunque, sottolineare che quando l’attaccamento si sposta dai genitori ai 

pari, il processo non avviene repentinamente, infatti, si può assumere che, abbandonare una 

relazione che assolve funzioni importanti, in modo che queste vengano assolte da altri individui è 

un tentativo che comporta dei rischi (Carli, 1995). 
  

Qualora venga intrapresa un’azione rischiosa, come l’instaurare un nuovo legame d’attaccamento, 

può essere d’aiuto poter partire dalla base sicura fornita dalla relazione d’attaccamento corrente. 

Ciò conduce a pensare che l’attaccamento non venga trasferito in blocco da una figura all’altra, 

ma piuttosto che le figure d’attaccamento vengano spostate gradualmente e che la funzione di 

“base sicura” sia l’ultima ad essere trasferita (Carli, 1995). 


La costruzione di un legame che può diventare un legame d’attaccamento inizia con un forte 

desiderio di vicinanza; mentre da piccoli la ricerca della vicinanza è dettata principalmente dalla 

paura, in età adulta, tale ricerca, può essere dovuta a ragioni diverse. 


Nella formazione di una relazione tra adulti, la motivazione principale alla ricerca di vicinanza è 

probabilmente l’interesse sessuale (Berscheid, 1988). 

Il sistema che guida il comportamento sessuale può fornire la motivazione per la ricerca di 

vicinanza, che può essere considerata il primo passo verso la formazione di un legame .


In base a tali considerazioni, la componente di rifugio sicuro della relazione, si stabilisce una 

volta stabilita la vicinanza. 
  

In accordo con tale previsione, i ricercatori che si sono occupati dei cambiamenti che avvengono 

col tempo nella relazione, hanno appurato che agli inizi, l’attrazione reciproca e la passione sessuale 

sono requisiti fondamentali della soddisfazione, mentre alcuni anni più tardi diviene più importante 

la capacità del partner di offrire conforto e di prendersi cura dell’altro (Reedy, Birren, Schaie, 

1981; Sternberg, 1986). 


L’attrazione reciproca e l’interesse sessuale possono dar luogo alla formazione delle coppie, ma 

se i partner non riescono a soddisfare reciprocamente il bisogno di conforto e di sicurezza 

subentrerà in loro un senso di insoddisfazione. 
  

Infatti, benché l’attrazione sessuale possa essere, in molte culture, l’elemento essenziale delle 

relazioni, i rapporti che dipendono completamente dalla componente sessuale tendono ad essere di 

breve durata. 
  

Quando il rapporto continua, è probabile che le componenti di cura e di attaccamento divengano 

anche essi importanti e sostengano il legame anche nei casi in cui l’interesse sessuale è diminuito 

(Ainsworth, in Parkes, Stevenson-Hinde, 1995). 
  

Ricerche, hanno stimato che la fase di attrazione di una relazione, dura all’incirca dai due ai tre 

anni (Fisher, 1987; Tennov, 1979 ), più o meno lo stesso tempo che occorre perché si instauri tra 

genitore e figlio una relazione regolata da scopi. 
  

Solo dopo un lungo periodo e dopo un impegno esplicito, la relazione tra pari può fungere da 

fonte di sicurezza, avvicinandosi così alla solidità della base sicura fornita dai genitori. 
  

In conclusione, pertanto, si può affermare che l’attaccamento della coppia, indipendentemente 

dall’età dei partner, si sviluppi in modo simile all’attaccamento alla madre. 


Hazan e Shaver (1987) hanno formulato l’ipotesi che l’amore in età adulta fosse simile al 

sentimento provato dal bambino per la madre e, in particolare per quanto riguarda la ricerca della 

vicinanza fisica, la fiducia nella disponibilità continua del partner, il disagio provato a causa di 

separazioni o minacce alla stabilità della coppia. 
  

Essi inoltre hanno ipotizzato che i tre pattern di attaccamento infantile (sicuro, ansioso ed evitante) 

potevano essere ritrovati anche nell’analisi dei comportamenti, dei sentimenti, che gli adulti manifestano 

nelle relazioni intime. 


Infine hanno supposto che le differenze individuali nell’attaccamento adulto erano legate alle 

diverse modalità con cui i soggetti ricordano le relazioni di attaccamento stabilite durante l’infanzia 

con i genitori (Hazan, Shaver, 1987). 
  

Per verificare tali ipotesi Hazan e Shaver hanno esaminato centinaia di adulti di diverse etnie e 

condizioni sociali e di età variabili tra i quattordici e gli ottantadue anni, costruendo un questionario 

di auto-valutazione; in esso sono tradotti i tre pattern di attaccamento infantile per descrivere 

l’attaccamento di coppia negli adulti. 


Agli intervistati veniva chiesto di leggere le tre descrizioni degli stili di attaccamento e di 

scegliere quella che meglio riproduceva i sentimenti che provavano nelle loro relazioni di coppia. 


La descrizione dello stile sicuro, poneva l’accento sulla fiducia e sul trovarsi a proprio agio l’uno 

vicino all’altro; mentre la descrizione dello stile evitante si soffermava sulla riluttanza ad avere 

fiducia nel partner e sulla preferenza a mantenere un distacco emotivo.


La descrizione dello stile ansioso ambivalente, definito dalla Main (1988; 1991), come stile 

preoccupato, descrive la sfiducia verso la disponibilità del partner e un intenso, pur insoddisfatto, 

desiderio di coinvolgimento emotivo.


Nonostante vi fosse un processo generale di attaccamento condiviso dagli individui di tutte e tre 

le tipologie di attaccamento, esistevano alcune differenze tra le diverse categorie di soggetti 

relativamente al modo in cui i comportamenti si combinavano insieme.


Ad esempio, l’attaccamento evitante era associato alla paura dell’intimità e ad una più bassa 

incidenza di esperienze positive nella relazione.


L’attaccamento ansioso/ambivalente, era invece caratterizzato da alti e bassi emotivi, da un 

atteggiamento ossessivo nei confronti del partner e da un’estrema gelosia.


L’ attaccamento sicuro era associato a fiducia e intimità e ad una relativa assenza di gelosia e di 

paura dell’intimità.


I racconti retrospettivi della relazione con i genitori confermarono le ipotesi teoriche. 

Ad esempio, rispetto agli ansiosi e agli evitanti, gli adulti sicuri affermavano che i propri genitori 

erano stati più rispettosi e accettanti
  

In seguito, tali ipotesi furono approfondite da altri autori: Collin e Read (1990), hanno desunto 

che ” le dimensioni di attaccamento erano correlate all’autostima, alla capacità espressiva, alla 

disponibilità ad aiutare, alla fiducia negli altri, alle credenze a proposito della natura umana e agli 

stili di relazione di coppia”.


Feeney e Noller (1990 ) hanno sottoposto ad analisi fattoriale, un vasto numerosi misure riferite al 

Sé e allo stile di relazione di coppia, esaminando le differenze nei punteggi fattoriali riferiti ai 

diversi tipi di attaccamento. 


I soggetti ansiosi/ambivalenti erano caratterizzati da ciò che gli autori chiamarono “amore 

nevrotico” (preoccupazione, manie, idealizzazione e tendenza a cercare l’appoggio del partner); i 

soggetti sicuri erano invece caratterizzati da modelli positivi di se, degli altri e della famiglia; i 

soggetti evitanti, infine, mostravano numerosi indici di rifiuto dell’intimità


Tratto da: 


 


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