PERSONALITA' DIPENDENTE E DIPENDENZA RELAZIONALE
"Un’indipendenza autentica poggia sulla capacità di dipendere da altre persone, e di permettere ad altre persone di dipendere da noi.
Dunque, più che di una polarità dipendenza-indipendenza sarebbe meglio parlare di dipendenze sane e dipendenze patologiche, definendo patologiche le forme «non negoziabili» di dipendenza o le pretese, eccessive e illusorie, d’indipendenza.
Da una ricerca disperata dell’altro, visto come regolatore unico degli stati del Sé, a una fuga atterrita dall’altro, visto invece come minaccia alla propria integrità.
Dunque, più che di una polarità dipendenza-indipendenza sarebbe meglio parlare di dipendenze sane e dipendenze patologiche, definendo patologiche le forme «non negoziabili» di dipendenza o le pretese, eccessive e illusorie, d’indipendenza.
Da una ricerca disperata dell’altro, visto come regolatore unico degli stati del Sé, a una fuga atterrita dall’altro, visto invece come minaccia alla propria integrità.
Ma «dipendenza» è la parola giusta? Non secondo Bowlby, il quale ne coglie il sapore peggiorativo preferendo il termine «attaccamento».
Non è vero, dice, come affermano i sostenitori della pulsione secondaria, che «una volta che il bambino può provvedere a se stesso, dovrebbe diventare indipendente».
E neppure «che ogni forte desiderio di una figura di attaccamento» sia un «segno di regressione, […] l’espressione di un bisogno infantile che deve essere superato» (Bowlby, 1979, 123).
Dipendenza e indipendenza sono dimensioni compatibili e l’idea di un movimento lineare dalla prima alla seconda non è realistica.
«La fiducia negli altri e la fiducia in se stessi non solo sono compatibili, ma addirittura sono complementari» ".
Non è vero, dice, come affermano i sostenitori della pulsione secondaria, che «una volta che il bambino può provvedere a se stesso, dovrebbe diventare indipendente».
E neppure «che ogni forte desiderio di una figura di attaccamento» sia un «segno di regressione, […] l’espressione di un bisogno infantile che deve essere superato» (Bowlby, 1979, 123).
Dipendenza e indipendenza sono dimensioni compatibili e l’idea di un movimento lineare dalla prima alla seconda non è realistica.
«La fiducia negli altri e la fiducia in se stessi non solo sono compatibili, ma addirittura sono complementari» ".
[...] Tornando al tema delle dipendenze patologiche, è la strategia impotente quella che sembra avere più elementi in comune con esse.
Dalla prospettiva appena descritta, è interessante notare come l’estrema paura dell’abbandono e il tentativo di conservare una relazione per mezzo del continuo compiacimento dell’altro possano essere letti come tentativi di difendersi da originari sentimenti di impotenza e inermità legati alla precoce relazione traumatica con il genitore".
Tratto da: Vittorio Lingiardi, Personalità dipendente e dipendenza relazionale: aspetti diagnostici, descrittivi e dinamici.
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